Come riscattare gli impianti di illuminazione pubblica 6


Perche’ i Comuni «riscattano» gli impianti di illuminazione pubblica?

Grazie all’esperienza di numerose amministrazioni che hanno recuperato i punti di illuminazione e affidato la gestione ad altri soggetti, si sono rilevati risparmi sulla bolletta dell’illuminazione pubblica fino al 70 per cento.

L’appello ai Comuni è quindi di risparmiare sulla bolletta dell’illuminazione pubblica, dimezzando le salate bollette di Enel Sole, ma anche risanando punti luce vecchi e anche pericolosi. Questo il messaggio cardine che lanciamo ed è avvalorato da tutti gli esperti del settore.

Difficile da credere che un colosso come Enel possa essere molto più caro di piccole società private. I dati rilevati sul territorio dimostrano che è proprio così.

Bisogna prendere atto del fatto che è in corso una rivoluzione copernicana in fatto di gestione dei servizi e dopo il risultato dell’ultimo referendum è giusto fare chiarezza e dare agli enti locali la possibilità di gestire al meglio le loro risorse.

Enorme il risparmio che i Comuni possono ottenere chiedendo il riscatto dei loro punti luce. Liberarsi dall’egemonia di Enel Sole può portare mediamente ad un risparmio che va da un 38 fino ad un 70 per cento.

Ma quanto costa l’operazione ad un comune?

Riscattare i punti luce quasi sempre non costa nulla (anche se Enel Sole chiede cifre da capogiro). Il problema è che dal 15 al 45 percento dei loro lampioni sono fuori norma e un 70 per cento obsoleto ai termini di legge (per l’esattezza il comma B dell’articolo 13 DPR 902/1986). Spesso è maggiore la cifra che deve l’Enel Sole ai Comuni per rimborsarli di questi aspetti.

Qualche soldino inizialmente però il Comune deve averlo, soprattutto per affidare la gestione per 10/15 anni ad una società privata la quale investe in sicurezza, cambia le lampadine (quelle Enel Sole sono spesso ancora al mercurio, ovvero costose e fuori norma).

Ma alla fine il Comune si ritrova i lampioni di sua proprietà e fa un regalo all’ambiente risparmiando energia e quindi il consumo di fonti fossili. Il primo passo da fare è una bella perizia in maniera tale da determinare il valore esatto di riscatto e andare all’arbitrato con Enel. La perizia serve anche come base per preparare il bando di gara per la gestione.

Il bluff del tacito rinnovo. La cosa più scontata che un’amministrazione si può sentir dire da Enel Sole una volta intrapreso l’iter di riscatto è che i contratti siglati tra gli anni Settanta e Ottanta scadono nel 2015 oppure includono il principio del tacito rinnovo.La legge delle leggi che permette di intraprendere con una certa serenità l’iter per affrancarsi dall’egemonia di Enel Sole è il decreto legge 23 bis dell’8 agosto 2008. Un altro assist ai Comuni italiani lo fornisce la Corte di Giustizia europea che con l’atto 166 del 2009 (che riprende il 23 bis) esige una vera e propria liberalizzazione in fatto di illuminazione pubblica.

In realtà quei contratti sono da considerarsi nulli e la tacita proroga non esiste. Non lo diciamo noi ma l’autorità garante della concorrenza.

Ma a questo punto sorge una domanda: come è possibile che Enel Sole non si aggiorni alla concorrenza e insista nel portare avanti questo sistema? Semplice,  il monopolista è portato a difendere quello che ha spendendo più risorse di quelle che gli servirebbero per diventare competitivo sul mercato. All’estero non è così.

Ormai molti Comuni hanno capito la lezione e si stanno attrezzando per chiudere i rapporti con l’Enel; con i tempi che corrono risparmiare è fondamentale.

 

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6 commenti su “Come riscattare gli impianti di illuminazione pubblica

  • Giancarlo

    Mah, insomma, articolo molto approssimativo e con conclusioni errate. Siete fermi al 1986 e all’art.23 bis abrogato dal referendum. Siamo nel 2012 e le leggi sono un po’ cambiate. Non illudiamoci altrimenti chi ci guadagna è solo il consulente!
    Come lo spiego ai cittadini che finanziano i consulenti?

    • Alessandro T. L'autore dell'articolo

      Ringrazio il Sig. Giancarlo per il gradito intervento ed alla quale do riscontro con molto piacere.
      Ognuno è libero di fare le scelte che ritiene opportuno! Se vogliamo continuare a stare con la testa sotto la sabbia e sprecare migliaia di Euro in energia, contratti di manutenzione non validi e non rispettati siamo liberi di farlo. Vedremo poi quando si dovrà fare i conti con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato!
      A conferma di quanto scritto, consiglio a chi ritiene l’articolo superficiale e non aggiornato di andare a leggere alcune sentenze del Tar e del Consiglio di Stato dove danno ragione ai comuni che hanno intrapreso la nostra strada.
      Faccio inoltre riferimento ad una comunicazione ricevuta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato datata 05/04/2012 dove è riportato:
      “….. Con riferimento alla scadenza delle convenzioni in essere per la prestazione del servizio di gestione degli impianti di illuminazione pubblica da parte di Enel Sole, l’Autorità ritiene che, come recentemente confermato anche dal consiglio di stato, tutti gli affidamenti diretti del servizio di gestione dell’illuminazione pubblica detenuti da Enel Sole in forza di convenzioni giunte al termine e prorogate tacitamente DEVONO RITENERSI SCADUTI anche nel caso di proroga tacita fosse esplicitamente prevista nel testo della convenzione…..”
      Se poi qualcuno ritiene che sia meglio sprecare decine di migliaia di Euro inquinando, anziché spendere qualcosa in consulenza professionale per ridurre gli sprechi, lo deciderà chi di competenza e poi qualcuno lo dovrà veramente spiegare ai cittadini.
      Qualora l’articolo risultasse sommario, sono disponibile per fornire la consulenza opportuna.

  • lorenzo

    nota per sig. giancarlo, se non crede alle argomentazioni di alessandro, telefoni al tecnico del comune di desenzano(geom Mura) il quale dopo aver riscattato gli impianti rispamia(solo per le manutenzioni) 130.000,00 euro all’anno ed in 4 mesi ha pagato il consulente che ha seguito tutto l’iter dalla relazione tecnica alla consegna degli impianti, oppure al geom bonfadini del comune di corte franca (rispamio del 67%) o dell’arch. Madella del comune di Goito(rispamio del 73 %) od al segretario del comune di soncino (rispamio del 58%) oltre 56 comuni hanno riscattato gli impianti e altri 47 sono in pista per esere liberi. Sulla questione dei tempi voglio ricordare che nel marzo 2012 (ieri) i comuni di gravellona toce, pavone del mella, seniga, pralboino, sono diventati proprietari degli impianti. Chiedere poi al comune di monticelli brusati o di borgosatollo se hanno rispamiato oltre il 24% nel rifare gli impinati ricorrendo alla pubblica gara rispetto all’affidamento del monopolista. E’ vero che l’art. 23 bis non c’è più e ci sono nuove leggi, le quali, però ricalcano(sotto dettatura della corte di giustizia europea) l’articolo in questione. sui consulenti: se un comune ha la fortuna di avere personale competente e che se ne assume la responsabilità (pena il danno erariale) buon per lui, ma nei comuni ci sono bravi tecnici ma che non sono tuttologi ed inoltre il percorso per l’acquisizione è un percorso tecnico giuridico per cui anche la competenza di legge oltre che quella tecnica serve.
    sulle conclusioni errate, suggerisco prima di parlare di informarsi e bene.

    buon lavoro

  • Giancarlo

    Attenzione, non volevo contestare in toto l’articolo e i principi di liberalizzazione, ci mancherebbe altro…. volevo solo dirvi che i riferimenti vanno aggiornati e la normativa attuale prevede un indennizzo ben determinato. comunque chiamerò gli amministratori che citava Lorenzo per chiedere loro quanto è stato l’esborso totale. Come dicevate, di questi tempi devo preoccuparmi di risparmiare ma anche di non avere sorprese (brutte) legali

    • LORENZO

      salve sig. giancarlo
      la nota sull’indennizzo ben definito si rifà alla legge 148/2011 cosi modificata dalla legge n° 27 del 24 marzo 2012- che dice che il gestore (non il proprietario-attenzione) deve fornire i dati tecnici, tutti, ed i dati economici. Di fatto l’enel comunica una cifra al comune(attenzione) la cifra è teorica per due motivi:
      gli impianti come sono?, le manutenzioni sono state fatte? la conservazione in sicurezza è stata mantenuta, sono STATI REALIZZATI A NORMA( si ricorda che acquisire impianti, beni, ecc. non a norma si crea un DOLO per l’amministrazione comunale.
      secondo motivo la società comunica una cifra, ad esempio 20.000,00 euro. ma perchè non 30.000,00 o 5.000,00? il motivo nasce dal fatto che le cifre DEBBONO PER LEGGE ESSERE MOTIVATE E GIUSTIFICATE. ed allora dove sono le pezze giustificative di investimento, dove sono scritti i valori di conto capitale iniziale, dove sono i bilanci, dove sono le contabilità di ammortizzazione? a tali osservazioni la società enel sole non ha ancora dato a nessun comune una risposta!! siamo sempre in attesadi sapere come saltano fuori tali importi ( si ricorda poi che i revisori dei conti i documenti contabili li vogliono vedere per certificare e giustificare i dati contabili di bilancio.
      buon lavoro